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al testo di Gianni Vavassori
Una vocazione uccisa
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Dopo anni, la ferita non è chiusa. Il mio giorno settimanale tra le corsie d'ospedale, volontario ospedaliero nato dentro me piano piano. Il rapporto d'amore e intesa immediata con gli ammlati. La mia estroversità, La gioia di dare e ricevere. Ma regole severe manipolate da un presidente e quattro accoliti senza anima. Hanno distrutto la mia vocazione di volontario ospedaliero.
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Silvia De Angelis
- 14/01/2015 06:31:00
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Una missione utilissima, e di grande sensibilità, che farà sempre parte dei tuoi respiri di vita Buongiorno Gianni,silvia
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Roberto Maggiani
- 13/01/2015 20:29:00
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Una vocazione può vacillare ma profondamente rimane... è bello quello che fai. Io sono stato in ospedale e quando qualche volta passavano i volontari, specialmente quelli discreti e quasi silenziosi di cui si percepiva la presenza disponibile e non invadente, era molto molto bello.
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Rita Coda
- 13/01/2015 18:19:00
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Gentilissimo Gianni, una vocazione umanitaria non potrà mai essere uccisa. Chi nasce con questo dono riesce a trapassare tutti i muri e con essi le paure e le riluttanze. Il volontario interpreta tutti i messaggi perchè riesce a leggere con locchio interiore...il cuore. Un saluto. Rita
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